Stress e concentrazione: differenze e gestione per e-gamer
Chi non vorrebbe un integratore per potenziare la concentrazione?!
In tutto ciò che facciamo, l’attenzione svolge un ruolo fondamentale: è quella funzione cognitiva che ci consente di cogliere ciò che è importante per raggiungere i nostri obiettivi, inibendo le distrazioni interne o esterne.
Pensa a quando studi o lavori, a quando giochi con dei tuoi amici o sei impegnato ad organizzare qualcosa: saper gestire in maniera ottimale l’attenzione è fondamentale per ottenere una buona performance!
Questo è vero anche per lo sport e soprattutto per i cosiddetti e-sports, in particolare nei tornei e campionati di più alto livello.
I 4 stili della concentrazione: come regolare l’attenzione in base alle proprie necessità e performance
In ambito sportivo si fa spesso riferimento alla teoria di Nideffer (1976). Secondo questo modello, ciascuno di noi può orientare il proprio focus attentivo secondo due dimensioni: l’ampiezza (focus ampio – ristretto) e la direzione (focus orientato all’esterno – all’interno). Vengono così definiti quattro stili di concentrazione:
∙ ESTERNO AMPIO: la persona tende ad integrare contemporaneamente molti stimoli ambientali. Particolarmente utile nei compiti che coinvolgono condizioni ambientali molto variabili, in cui bisogna analizzare rapidamente la situazione all’interno di una squadra;
∙ ESTERNO RISTRETTO: la persona tende a concentrarsi su una porzione selezionata di stimoli esterni al fine di svolgere compiti di precisione;
∙ INTERNO AMPIO: la persona effettua un monitoraggio ad ampio spettro dei propri pensieri, stati emotivi e sensazioni fisiche. Importante per verificare quando si è in uno stato psicofisico idoneo ad avviare un compito;
∙ INTERNO RISTRETTO: la persona rievoca o attende specifici stati mentali per eseguire uno specifico compito poco influenzabile da condizioni esterne.
Concentrazione ed e-gamer
Qual è lo stile migliore per un gamer? Dipende dal tipo di performance.
Bisogna infatti tenere presente che i videogiochi possono essere molto diversi tra loro; ad esempio, possono distinguersi in base alle piattaforme su cui si gioca (console, PC, cellulare, ecc.), in base al numero di giocatori che possono giocare (giochi single player e multiplayer), in base al genere…
Per dare un’indicazione generale, potremmo dire che se ci sono stimoli esterni molto variabili a cui reagire rapidamente, magari tenendo conto anche delle mosse di un altro gamer in squadra, sarà più efficace uno stile esterno ampio; se la prestazione dipende dall’eseguire un gesto preciso e mirato attivando tutte le proprie risorse cognitive, sarà importante focalizzarsi maggiormente sui propri stati interni.
A tal proposito, bisogna tenere presente che in realtà ciascuno di noi presenta uno stile di concentrazione preferenziale, nel quale tende a trovarsi nella maggior parte del tempo. Ciò nonostante, nel caso le circostanze lo richiedano, siamo bene o male tutti in grado di passare più o meno agevolmente da uno stile attentivo all’altro, per conformarci alle richieste della situazione presente. Quando ciò funziona, riusciamo a svolgere bene le prestazioni. Al di là di questa preziosa flessibilità, l’ideale è quando stile attentivo preferenziale e stile richiesto dal compito da eseguire coincidono.
Stress e perdita di concentrazione: 6 modi per reagire
Ma cosa succede quando ti trovi improvvisamente sotto pressione? Cosa accade per esempio quando stai partecipando ad una competizione importante? Cosa accade quando il tempo stringe e devi fare delle scelte velocemente? Quando devi mantenere la concentrazione a lungo, in condizioni di stanchezza, percependo un senso di sopraffazione? Sono circostanze che i gamer come te, come gli sportivi, spesso conoscono molto bene.
La teoria afferma che sotto queste condizioni, lo slittamento da uno stile attentivo all’altro diviene più difficile e la persona tende sempre più ad orientare la concentrazione verso l’interno e a sperimentare un restringimento del focus attentivo, determinando in questo modo un deterioramento significativo della performance. Tradotto: ti perdi nei tuoi pensieri, ti irrigidisci sulle tue preoccupazioni e non riesci più a essere fluido e scattante nella performance.
Cosa fare quindi quando sei è sotto pressione? Come fare se ci si accorge che il proprio stile attentivo non è quello ottimale?
- Come prima cosa, imparare a osservarsi e conoscersi. Sapere quale sia la propria reattività alle situazioni consente di riconoscere campanelli d’allarme e attivare precocemente risorse per diminuire l’attivazione, quando eccessiva;
- Prendersi cura di sé svolgendo attività che riducano le risposte di stress quando disfunzionali (es. cortisolo): curare il sonno, l’alimentazione, impegnarsi in attività di qualità durante il tempo libero. A volte per farlo possono essere d’aiuto integratori alimentari, come quelli di Isostad. Ad esempio, le barrette High Protein 30 Toffee Crunchy bar sono appositamente realizzate per soddisfare le esigenze di cross training ed esercizi di fitness e sono ideali da assumere prima o dopo l’allenamento;
- Praticare attività fisica; durante la corsa, per esempio, si può sperimentare una condizione di profonda gratificazione ed euforia nota come “runner’s high”. Lo sport ha un effetto benefico sulla gestione dello stress;
- Affidarsi ad uno psicologo per conoscere il proprio stile di concentrazione preferenziale e apprendere tecniche utili a focalizzare l’attenzione in maniera più efficace;
- Esercitarsi tanto nelle performance: più un compito viene automatizzato, più è facile che venga poi eseguito in modo rapido e preciso, “senza pensarci”;
- Lavorare sul costruire maggiore fiducia nelle proprie capacità di fronteggiare il compito.
Ricordati sempre che, come per il fisico, anche le skills mentali possono sempre essere allenate e ottimizzate con impegno e dedizione: il lavoro duro batte il talento, quando il talento non lavora duro!